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La pesca tra fermo biologico e “scelta di mestiere”

Di 21 Agosto 2020 Nessun commento

Il Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e turismo ha varato un importante provvedimento per il settore, ossia la cosiddetta ‘scelta del mestiere’. In altre parole, si tratta dell’obbligo, per pescatori, di optare tra pesca di fondo (strascico) e piccoli pelagici (acciughe e sardine).

Il Ministero, inoltre, ha confermato, per i prossimi tre anni, il tetto massimo di 180 giorni di pesca per i piccoli pelagici in Adriatico.

Terminerà invece il 6 settembre il fermo pesca per il nord delle Marche nelle marinerie di Fano, Ancona e Civitanova Marche. Le flotte del sud Marche, ossia Porto San Giorgio e San Benedetto, dovranno osservarlo invece fino al 13 settembre.

Esula da tali prescrizioni l’attività della piccola pesca che, nel periodo di fermo, può invece continuare ad operare.

In quest’area vivono oltre 198mila abitanti, pari a quasi al 13% della popolazione marchigiana (dati 2015). Si tratta di un’area con una forte capacità di attrazione riguardo ai flussi migratori e con una densità di popolazione significativamente elevata: 726 abitanti per Kmq contro 292 della media regionale. L’area appare anche caratterizzata da popolazione mediamente più giovane della media regionale.

Nella pesca e nell’acqualcoltura marina operano 260 imprese, mentre 429 sono le aziende che hanno collegamenti diretti alla pesca, acquacoltura, trasformazione e commercializzazione, di cui 11 femminili.

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